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BAM è teatro!

BAM è teatro!

Semplici elementi scenografici? Assolutamente no!

Nel teatro le piante sono ricche di significati, riflettono lo stato d’animo dei personaggi e aiutano a evocare nello spettatore le più disparate emozioni e suggestioni.

Che siano su un palcoscenico o nelle pagine di un romanzo, questi fiori e questi alberi, assumono un significato simbolico importante. Ovviamente li trovate tutti a BAM, un vero teatro a cielo aperto!

Che lo spettacolo abbia inizio!

Il rosmarino, arbusto tipico dell’area mediterranea, dalle foglie persistenti e aromatiche è simbolo di memoria. Se lo si dona all’amato che si allontana, questo si ricorderà delle sue promesse. È così che narra la leggenda, tanto che Shakespeare lo utilizza anche nell’Amleto in cui Ofelia dice: “Ecco del rosmarino, è per la rimembranza”. Si pensa che sia proprio il profumo di questa pianta a migliorare e stimolare la memoria.

Rimaniamo in tema Shakespeare, altre piante vengono citate nelle sue tragedie e/o in dipinti che rappresentano scene riprese dalle opere teatrali. Si tratta di salici, papaveri e fiori di campo.

L’opera in questione è “Ophelia” di John Everett Millais, pittore preraffaellita, e raffigura appunto la giovane Ofelia scivolata nel ruscello circondata da una flora dalla forte valenza simbolica.

Il salice, sullo sfondo del dipinto, viene citato sia nell’Amleto (“C’è un salice che cresce di traverso a un ruscello e specchia le sue foglie nella vitrea corrente…”) che nell’Otello (Willow song, letteralmente la canzone del salice) ed è simbolo di tristezza, dolore: un amore perduto nel primo caso, uno non ricambiato nel secondo.

Torniamo al nostro dipinto di Millais, dalle sponde spostiamo il nostro sguardo sui papaveri che galleggiano sul filo dell’acqua. Spesso, come in questo caso, sono simbolo di sonno, oblio e morte, forse anche per i suoi colori così drammatici: rosso e nero.


Insieme ai papaveri, ecco le margherite: rappresentazione dell’innocenza, spontaneità, sincerità e amore puro (…laggiù lei -Ofelia- intrecciava ghirlande fantastiche di ranuncoli, di ortiche, di margherite…).

E siamo giunti alla fine: “Acta est fabula, plaudite!”
Lo spettacolo è finito, applaudite!


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