La Botanica di BAM: un bizzarro anno meteorologico
Come sta procedendo l’autunno nel parco? Andiamo alla scoperta di questa stagione con gli aggiornamenti di Ag&P, botanical content partner di BAM.
I nostri alberi sono forti ma sentono che c’è qualcosa di strano, un po’ come quando avvertiamo il cambio del tempo nel caro vecchio ginocchio dolente. La scorsa volta abbiamo parlato di come alcune alberi hanno anticipato la perdita delle foglie per far fronte alla disidratazione di un’estate troppo asciutta. Pensate ora come si devono sentire.. indecisi tra il lasciare le foglie in anticipo e una temperatura che dice loro “Continuate pure signori che di freddo ancora non è tempo!”
Per fortuna i nostri amici, non potendosi muovere, hanno imparato nei secoli a fare molto bene due in particolare: adattarsi e aspettare…Una saggezza da cui abbiamo ancora molto da imparare!
E per iniziare a imparare bisogna partire proprio dalle cose semplici: oggi scopriamo la preparazione del letto di posa delle perenni del vivaio di BAM.
È un’operazione di fondamentale importanza, che contribuisce in modo determinante alle possibilità di sviluppo della pianta. Il segreto è lavorare bene la terra per fornire uno spazio che sia il più possibile ospitale. Ma come si fa?
Bisogna cercare di affinarla bene, con vanga, zappa o a macchina, cercando di sminuzzare il terreno a pezzetti non più grandi di una biglia o anche meno.
Vanno quindi rimossi i detriti, siano essi sassi o residui vegetali duri che ostacolano le operazioni di piantagione e fornire poi un po’ di concime, che non guasta mai, in quanto aiuta la pianta a una pronta partenza.
Infine, bisogna livellare bene la terra per farla tornare ad un piano regolare, detto appunto letto di posa.
Natura è pensiero
Quanti occhi, nel corso della storia, si sono posati su un Frassino o un Salice o una Betulla?
Quante persone si sono meravigliate dei loro portamenti, forme o colori, fino a intessere miti e leggende, favole e canti?
Ci sono alcune specie arboree che si prestano particolarmente bene alla vita sotto le loro fronde, alberi dotati di larghe chiome sotto le quali cercare ristoro, foglie di un colore intenso che risaltano contro la volta celeste e tronchi e rami robusti che ci fanno stupire del loro vigore.
Alla Biblioteca degli Alberi , quello dei Fraxinus excelsior è il cerchio che più di ogni altro ti invoglia a sdraiarti nel prato e riposare immerso nella sua ombra, con i suoi alberi frondosi e robusti.
Pensate che per i Vichinghi era un’alberatura considerata talmente maestosa e importante da rappresentare la Vita stessa: Yggrasill, l’albero del Cosmo, era proprio un Frassino!
Un’alberatura che simboleggiava il mondo intero, sorreggendo la volta celeste con i suoi rami e avvolgendo l’Aldilà con le sue radici.
Per loro, l’essere umano stesso nasceva da una coppia di alberi: un Olmo e un Frassino, al quale gli dei donarono respiro e anima, calore vitale e movimento.
L’uomo che nasce dal Frassino viene chiamato Askr e la sua radice continua a vivere nel nome inglese di questa specie: Ash tree, che letteralmente significa Albero della Cenere. E infatti, uno dei modi più semplici per riconoscerne un esemplare è proprio quello di cercare le sue gemme nere, che rimangono visibili sull’albero molto dopo il cadere delle foglie, e che fanno sembrare come se l’albero avesse toccato la cenere con i suoi lunghi rami!