apus apusInsieme al rondone pallido e maggiore, il rondone comune appartiene alla famiglia degli Apodidi cioè senza piedi, per via delle zampe così corte che in passato si pensava che non le avessero. Nonostante l’aspetto simile, non è invece «parente» delle rondini. Vive in colonie a volte anche molto numerose. Lunghezza: 17-18,5 cm Apertura alare: 40-44 cm Piumaggio: uniformemente scuro, nero/marrone a parte la gola biancastra. Ha ali estremamente lunghe a forma di falce, Le zampe, cortissime sono inadatte a stare posate sul terreno ma perfette per aggrapparsi a superfici verticali. Sono volatori instancabili, passano la maggior pare della loro vita in volo, dove si nutrono, si accoppiano e perfino dormono, sono velocissimi, raggiungono i 112 km/h in volo battuto e i 220 km/h in picchiata. Si fermano solo per deporre e covare le uova. Il becco è cortissimo e scuro mentre è notevole l’apertura della bocca che tiene spalancata per catturare, volando, più insetti possibile. Peso: 50 gr. circa. E’ insettivoro, si nutre esclusivamente di insetti catturabili in volo (plancton aereo). Nidifica comunemente nei centri abitati, costruendo il nido all’interno di cavità tra tegole, coppi, cornicioni, buche pontaie, ma apprezza anche le casette nido artificiali. Tendenzialmente le coppie restano insieme tutta la vita e ritornano allo stesso nido ogni anno (anche oltre i 15 anni). Depongono 2/3 uova bianche incubate per circa 20 gg. da entrambi i genitori che si occuperanno anche di nutrire i piccoli, volando instancabilmente per portare loro una sorta di «polpetta» di insetti che trasportano nel gozzo (vedi foto in basso a sx). L’involo dei nuovi nati avviene dopo circa 40 gg. e, una volta usciti dal nido, non vi fanno ritorno. E’ migratore di lungo raggio; in Italia è presente e nidificante tra aprile e fine luglio, per poi svernare in Africa sub-sahariana o Asia meridionale. E’ specie ancora diffusa ma in forte diminuzione in alcune nazioni europee, è quindi importante tutelare i siti di nidificazione che, a causa di ammodernamenti e/o modifiche ad edifici storici e non, si sono già notevolmente ridotti. Da aprile a luglio è praticamente impossibile non essere allietati dai loro «versi», soprattutto al mattino presto o tardo pomeriggio, quando sfrecciano sulle nostre teste o sfiorano i nostri palazzi, alla ricerca di cibo o di una cavità adatta a nidificare. Ascolta la sua voce